Il Sepolcro di Ulisse a Bagno Vecchio: tra mito, archeologia e folklore a Ponza

La leggenda che unisce Ulisse e Ponza

Bagno Vecchio è una delle baie più suggestive dell’isola di Ponza: un anfiteatro naturale fatto di ciottoli bianchi, mare cristallino e grotte scavate nel tufo che si aprono nella parete rocciosa. Questo luogo, già di per sé affascinante per la bellezza paesaggistica, è diventato nel corso dei secoli teatro di leggende e racconti tramandati dalla comunità ponzese. La tradizione popolare vuole che proprio qui si trovi il sepolcro di Ulisse, l’eroe errante dell’Odissea.

Questa leggenda, che oggi anima escursioni e racconti turistici, non ha radici archeologiche certe ma risponde a un bisogno culturale e identitario: legare l’isola a una delle figure più importanti della mitologia classica. Così, Bagno Vecchio non è solo una baia di straordinaria bellezza, ma anche un luogo dove mito e realtà si incontrano, alimentando l’immaginazione di chi la visita. 👉 Scopri di più sulla Baia di Bagno Vecchio.

Ponza come l’isola di Circe (Eea)

La leggenda della sepoltura di Ulisse a Ponza non sarebbe mai nata senza l’identificazione, avvenuta già in epoca antica, tra l’isola e Eea, la dimora della maga Circe descritta da Omero. Secondo l’Odissea, Ulisse e i suoi compagni approdarono a Eea dopo la guerra di Troia, restando incantati dai poteri e dal canto della maga.

Gli autori classici come Strabone e Virgilio hanno rafforzato questa associazione, che nel tempo è diventata parte della memoria collettiva. In epoca moderna, persino illustri archeologi hanno sostenuto la tesi che Ponza fosse la vera isola di Circe, e non il vicino promontorio del Circeo. Questo legame ha reso possibile immaginare che qui potesse esistere anche un luogo di sepoltura per Ulisse, radicando ancora di più l’isola nel mito. 👉 Approfondisci la nascita di Ponza nel mito.

Bagno Vecchio: natura, storia e resti archeologici

La necropoli romana di Bagno Vecchio

Nonostante la leggenda, le tracce storiche rinvenute a Bagno Vecchio appartengono a una necropoli romana. Qui si trovano camere funerarie ipogee scavate direttamente nel tufo, con nicchie e loculi destinati a ospitare sia corpi che urne cinerarie. Alcuni segni cristiani successivi, come croci incise, testimoniano il riuso del luogo anche in epoca tardoantica.

La necropoli risale a un periodo compreso tra il II secolo a.C. e il IV secolo d.C., molto lontano dall’età eroica descritta da Omero. La sua presenza, però, con le aperture scavate nella roccia, ha favorito la nascita della leggenda: un luogo già sepolcrale e misterioso diventava terreno fertile per immaginare il riposo eterno di un eroe mitico.

Il contesto storico: “Bagno penale” e sfruttamento borbonico

Il toponimo “Bagno Vecchio” non ha nulla a che fare con antiche terme, ma deriva dal suo utilizzo in epoca borbonica come bagno penale: una cava dove i galeotti condannati ai lavori forzati estraevano blocchi di tufo. Queste pietre furono impiegate nella costruzione di diversi edifici dell’isola.

Il luogo era anche conosciuto come “La Parata”, dal nome delle reti usate dai prigionieri per la cattura delle quaglie. Questi elementi storici concreti si intrecciano al fascino paesaggistico, conferendo al sito un’aura di mistero che ha facilitato la sovrapposizione del mito. 👉 Visita anche le vicine Grotte di Pilato, un altro straordinario esempio di archeologia romana a Ponza.

La leggenda della tomba di Ulisse

Il silenzio dell’Odissea

Nell’Odissea non si parla mai della sepoltura di Ulisse a Eea. Anzi, il poema racconta che l’eroe sarebbe morto a Itaca, lontano dal mare. Questo silenzio ha però lasciato spazio alla nascita di leggende locali. Gli abitanti di Ponza, forti dell’identificazione con l’isola di Circe, hanno trovato naturale immaginare che Ulisse potesse essere stato sepolto proprio qui

La Telegonia e il mito di Telegono

Un’altra fonte mitologica, la Telegonia (poema post-omerico), racconta che Ulisse morì trafitto dal figlio Telegono, avuto da Circe. Il corpo sarebbe stato trasportato proprio a Eea per ricevere degna sepoltura. Questo dettaglio ha alimentato la leggenda della tomba sull’isola, che per la tradizione popolare ha trovato collocazione proprio nella necropoli di Bagno Vecchio. 👉 Scopri anche la suggestiva Grotta di Ulisse.

Il folklore e il turismo legato a Ulisse

Mito come risorsa culturale e turistica

Oggi la leggenda del sepolcro di Ulisse è parte integrante della promozione turistica di Ponza. L’intera costa laziale è conosciuta come Riviera di Ulisse, e i tour in barca, le guide locali e gli itinerari a terra includono sempre riferimenti all’eroe omerico. Questo legame tra mito e territorio arricchisce l’esperienza dei visitatori, trasformando una semplice escursione in un viaggio nel tempo.

Identità e leggende di Ponza

Per i ponzesi, la leggenda non è solo attrattiva turistica ma parte viva dell’identità collettiva. Ulisse diventa simbolo del legame dell’isola con il mare, della sua capacità di affascinare chiunque vi approdi e della sua resilienza. La leggenda della tomba si affianca ad altre storie radicate nel territorio, come quella dei Faraglioni di Lucia Rosa, della Cala del Core e della Grotta del Serpente.

Mito, memoria e meraviglia

Il sepolcro di Ulisse a Bagno Vecchio non esiste come realtà archeologica, ma come potente costruzione culturale che fonde mito e paesaggio. La necropoli romana, la storia borbonica, la bellezza selvaggia della baia e la forza del racconto orale hanno trasformato questo luogo in un “monumento narrativo”.

Chi oggi visita Ponza non trova ossa né pietre eroiche, ma la memoria viva di un mito che continua ad affascinare. Bagno Vecchio è così un sepolcro non di Ulisse, ma delle storie che lo ricordano, garantendo che la sua leggenda continui a vivere insieme all’isola che la custodisce.

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