La nascita di Ponza nel mito

l’isola di Ponza è nata da un eruzione vulcanica. La bocca del vulcano sottomarino era alla cala Chiaia di Luna, l’isola è adagiata nelle acque del Mar Tirreno ed è ricca di spiagge, grotte e insenature; le sue pareti rocciose cadono nel mare e sono cosparse di vegetazione mediterranea.

L’isola fu chiamata da Omero “EEA”, con molta probabilità attraverso la voce “Eeus” che significa “triste”… infatti Ponza, osservandola durante una tempesta, dà l’impressione di essere in balia di quest’ultima. Un’altra ipotesi è che forse il nome giunse attraverso i navigatori greci che sostenevano che l’isola fosse la dimora dell’”Aurora”, che attrasse il tritone Astreo e da esso nacquero i venti che regnano su Ponza, aperta ovunque al loro dominio.

Più avanti Ponza venne denominata Circide (l’isola di Circe), figlia del Sole e della ninfa Perseide. Con la caduta di Troia, Ulisse Re di Itaca, approdò a Ponza con i suoi compagni, che furono trasformati in porci, bevendo una bevanda, la quale non ebbe nessuno effetto su Ulisse perché immunizzato da un’erba datagli da Mercurio. La maga, fallendo con la bevanda, lo avvinse con l’amore dal quale nacque Telegono, progenitore di colui che dette il nome all’Italia.

Ma il pensiero della patria lontana, del figlio e della moglie, fecero sì che l’astuto greco, dopo aver costretto e imposto il ritorno alla forma umana dei compagni, abbandonò l’amante Circe.

Dopo un lungo periodo di permanenza felice sull’isola di Itaca, Ulisse decise di continuare i suoi viaggi. Durante la navigazione ripensò alla sua amante Circe e dirottò la nave verso l’isola. Dopo un lungo peregrinare giunse all’isola di Circe, moltissimi furono i cambiamenti che notò, l’isola non era più selvaggia e abbandonata, ma bensì popolata e sviluppata. Appena approdò, si mise in cerca della bella maga e fu per caso che notò un bar con la scritta “Maga Circe”, incuriosito entrò e riconobbe la sua amata seppur ormai segnata da qualche ruga e da una bianca chioma, ma i suoi occhi e il suo sorriso furono immutati dal tempo.

Vane furono le promesse di Ulisse e i suoi giuramenti, ma l’astuzia di Circe lo condusse nella sua dimora che era una grotta e lì fu imprigionato per tutti gli anni della sua vita.

Circe ogni sera trasformata in luna, illuminava radiosamente la grotta, così facendo lo contemplava e lo possedeva instancabilmente. Da allora questa grotta fu denominata la “grotta di Ulisse” ed ogni sera è un punto di incontro di tutti gli innamorati, in quanto la leggenda racconta che chi dichiara il suo amore in questa grotta verrà sigillato per l’eternità

 

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Tag: chiaia di luna, Eea, Maga Circe, Ponza, tirreno, Ulisse